Dopo la giovanile, guerresca veglia d'armi della battaglia di Campaldino (11 giugno 1289), a cui Dante prese parte quale "feditore" a cavallo, e le operazioni militari di due mesi più tarde contro il castello pisano di Caprona (cfr. Inf. XXI 95; XXII 4-6; Purg. V 92), la riforma degli Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella (6 luglio 1295) e la concessione ai nobili di partecipare alle cariche pubbliche purché aderissero, anche nominalmente, ad una delle Arti e non fossero Cavalieri, consentirono infatti a Dante, iscrittosi all'Arte dei Medici e degli Speziali (per gli studi filosofici che seguiva) di iniziar la sua vita politica: lo troviamo nel Consiglio speciale del Capitano del Popolo a partire dal semestre novembre 1295 - aprile 1296. In questo primo incontro con la vita pubblica egli non fu però molto attivo: non prese mai la parola. Altri, in quel torno di tempo, i suoi problemi, e d'ordine squisitamente letterario: del dicembre 1296 è la prima delle quattro "petrose" (Io son venuto al punto de la rota) scritte per una donna, "Pietra", che duramente si nega all'amore del poeta, rime che non vanno più considerate (come un tempo) testimonianza d'una ardente passione dei sensi, ma come il consapevole inizio d'una più matura stagione di poesia, d'una nuova esperienza stilistica e metrica (modulata su le difficili orme di Arnaut Daniel), lontana ormai dalla giovanile poetica dello Stil Nuovo e aperta, nel forte vocabolario e nell'ampiezza e robustezza dell'invenzione, verso le ardue virtuosità stilistiche del poema maggiore. |
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