BIOGRAFIA DI DANTE ALIGHIERI


2. Puerizia e primi studi



Se è solida e di gran lunga prevalente sulle altre l'ipotesi della nascita nel '65, un dato sicuro dovrebb'essere il giorno del battesimo: 26 marzo 1266 (sabato santo), in cui, secondo l'antica consuetudine ancora per molti anni in atto a Firenze, in una pubblica cerimonia che comportava grande concorso di folla tutti i fanciulli nati nell'ultimo anno venivano recati al fonte battesimale; e la cerimonia cadde quell'anno esattamente a un mese dalla battaglia di Benevento, mentre in Firenze, giunta la notizia della sconfitta e della morte di Manfredi, i guelfi rialzavano la testa nella speranza di ripristinare al più presto un governo popolare (e gli Alighieri esuli si preparavano a rientrare in città).

"Poetae in fontibus sacris nomen Durante fuit, sed syncopato nomine, pro diminutivae locutionis more, appellatus est Dante", dirà F. Villani, ma in realtà il nome di Durante non appare in alcuno dei documenti vivente il poeta, né nella testimonianza del 6 settembre 1291, nei verbali dei Consigli, nelle sentenze di condanna, ecc.; soltanto nel documento di Iacopo Alighieri del 9 gennaio 1343, il nome Durante è citato, e ripetuto altre due volte: "Cum Durante, ol. vocatus Dante, cd. Alagherii de Florentia, fuerit condempnatus et exbanitus per d. Cantem de Gabriellibus de Egubio...".

La puerizia del poeta trascorse senza dubbio in Firenze, nella casa avita, se si vuol far presumibile eccezione per qualche breve soggiorno nei poderi di Camerata e di San Miniato a Pagnolle, che, con l'aggiunta di due piccole aree nel popolo di Sant'Ambrogio, costituivano tutta la proprietà degli Alighieri. Delle vicende politiche di Firenze il fanciullo non ebbe ovviamente visione diretta che a partire da una certa età; la tradizione vorrebbe che il primo incontro personale coi drammatici fatti della storia di Firenze potesse accadere in occasione della venuta in città e dell'incontro (giugno 1273) tra Gregorio IX e Carlo d'Angiò, in un evento che non sortì l'effetto sperato per la pacificazione dei guelfi e dei ghibellini, ma che ebbe certamente grande risonanza di cerimonie ufficiali (delle quali si vuole testimonio, tra la folla, l'ottènne Dante), per la presenza in città dei due più potenti personaggi della storia italiana del tempo. Ma già prima di allora, per bocca dell'avo Bellincione reduce dall'esilio con altri del parentado, il fanciullo apprendeva i particolari del tragico decennio che si era aperto con la disfatta di Montaperti (1260), e (dopo Benevento, 1266; dopo Tagliacozzo, 1268; dopo Colle Val d'Elsa, 1269) si chiudeva con gli scontri del 1270, a Signa, tra gli esuli ghibellini e i guelfi "intrinseci".

Ben più consapevole, alla memoria di Dante, lo svolgimento successivo delle vicende fiorentine, sino alla pace del cardinale Latino (febbraio 1280) e soprattutto sino alle battaglie della classe popolare contro i Grandi nel 1281-1282, violente e continue sì da determinare e rafforzare l'orientamento politico di un giovane membro di famiglia guelfa, testimone attento se non poté essere protagonista pubblico. Ma se è vero che s'erano rilevate, in questo periodo, personalità destinate a impressionare la mente di un adolescente, è anche necessario constatare che la Commedia non registra con maggior copia fatti e personaggi della puerizia e prima adolescenza di Dante anziché del periodo immediatamente precedente: basti pensare al fascino con cui sono sentiti alcuni protagonisti del decennio precedente (Farinata soprattutto, e poi Tegghiaio Aldobrandi, Guido Guerra, i Guidi, ecc.) rispetto allo scarsissimo rilievo, motivato da forti divergenze politiche, dato all'opera di Giano Della Bella e dei suoi coetanei.

Evento privato, ma senza dubbio più importante dei precedenti, fu nel periodo della puerizia di Dante la morte della madre Bella, presumibilmente tra il 1270 a il 1273. L'allusione alla madre. Alighiero II non tardò a contrarre nuove nozze tra il 1270 e il 1275. Anche della matrigna Lapa Cialuffi Dante non fa cenno, quantunque la vita di costei resti legata alla sorte degli Alighieri per molti e molti anni, strettamente alla vita di Francesco e delle sorelle di Dante. Se la maggiore delle due sorelle di Dante, colei che andò in moglie a Leone Poggi, a cui Dante allude nella donna giovane e gentile... di propinquissima sanguinitade congiunta (V.N. XXIII 11-12) è la prima figlia di Lapa (che ebbe poi Francesco e Tana), la nascita dei tre fratelli del poeta si pone tra il 1273 e il 1280, ma si può anche riflettere sul superlativo propinquissima rispetto a una possibile designazione 'normale' di "parente propinqua" per una sorellastra, per ritenere che Bella, morendo, lasciasse sia un fanciullo di cinque-sei anni che una bimba di pochi anni o mesi. Tutto ciò meglio giustificherebbe il ruolo che la giovane donna svolge nel celebre episodio della Vita Nuova.

Gli anni adolescenziali sono caratterizzati da altri due eventi: il primo incontro con Beatrice (1274, ricostruito all'interno della Vita Nuova) e l'istrumento dotale di Gemma Donati (9 gennaio 1277).

L'istruzione che Dante poté ricevere da fanciullo da un magister puerorum fu un'istruzione elementare di grammatica (cfr. Conv. II XII 2-4) non soltanto sui testi di Cicerone e sugli esametri di Virgilio, ma sul latino dei Disticha Catonis, del Liber Aesopi, dell' Elegia di Arrigo da Settimello. Non v'era alcuno studio dei volgari, tuttavia l'interesse per essi penetrava nella scuola dal di fuori, dagli ambienti familiari e cittadini: la cultura francesizzante sfiorava l'ambiente frequentato dal fanciullo Dante attraverso la pratica dei mercanti e gli echi della divulgazione letteraria popolare.

L'adolescenza di Dante si chiude con un altro lutto familiare, si potrà anche dire senza alcuna conseguenza e risonanza nella sua memoria poetica, ma certo gravido di effetti e d'incognite nella vita materiale della famiglia: la morte di Alighiero. Non è possibile stabilirne la data se non per approssimazione: tra il 1281 e il 1282, al limite anche ai primissimi del 1283. Le responsabilità dell'orfano Dante, divenuto maggiorenne ancora in giovane età e a capo di una famiglia non piccola, relegavano alle spalle un'adolescenza abbastanza tranquilla e agiata, verso una giovinezza non scevra d'insidie anche sul piano finanziario, in un momento politico ancor più che difficile, travaglioso.