Firenze / Biblioteca Riccardiana / Riccardiano / 1035 / (O. II. 17)/ XIV

Manoscritto in pergamena (tranne che per le carte 71-86, cartacee), copiato a Firenze negli anni sessanta del Trecento da Giovanni Boccaccio. Carte 187; cm 29,5 × 19,5.

Il testo del poema è abbellito, oltre che dalle consuete in iniziali filigranate, da sette disegni a penna, leggermente ombreggiati, che illustrano il testo fino a Inferno XVII. Questi raffigurano rispettivamente: Dante, Virgilio e le tre fiere, (c. 4v), la porta dell'Inferno (c. 7r), l'incontro con Paolo e Francesca (c. 10v) e con Filippo Argenti (c. 15r), le tre Furie e Virgilio che protegge gli occhi di Dante (carta 17r), Dante, Virgilio e Gerione (c. 20v), Dante e i tre dannati(c. 29r). Le iniziali delle canzoni e delle strofe sono colorate alternamente di rosso e di blu, mentre le terzine sono ritoccate di giallo. Le rubriche che precedono i canti e i titoli sono ad inchiostro rosso.

Il codice, che probabilmente è rimasto tra le mani del Boccaccio fino alla sua morte, non ha avuto la stessa sorte toccata ai suoi libri in latino che aveva lasciato a fra Martino da Signa degli Olivetani, affinché passassero poi, alla morte di lui, al convento di S. Spirito a Firenze. Nel secolo XV è comunque ancora a Firenze, di proprietà di Benedetto Fortini, il successore di Coluccio Salutati nella Cancelleria fiorentina.

Il manoscritto contiene la Commedia di Dante, i Raccoglimenti (riassunti in rima della Commedia) composti del Boccaccio, e una raccolta di rime di Dante, detta silloge boccaccesca.

M.B.R.